Fare arte, la mia esperienza

 La mia esperienza di Fare arte ha origini antiche, un momento importantissimo è stato però l’esperienza di Psicodramma e arte. Lì ho imparato a coniugare lo psicodramma con il lavoro artistico vissuto in una maniera per me nuova.  Avevo conosciuto da poco lo psicodramma ma ne ero rimasto affascinato. Sentivo che attraverso quell’esperienza ritrovavo in me tante cose e crescevo nell’anima. L’idea di frequentare la scuola mi era venuta dopo che per un paio di volte avevo partecipato ad alcune giornate esperienziali aperte a tutti. Alla fine avevo deciso di iscrivermi anch’io. Le formatrici proponevano proporre giornate con tematiche viste ed affrontate in maniera sempre nuova. Ho terminato la scuola, sono diventato direttore di psicodramma, il taglio artistico mi è rimasto dentro.Il fare arte della scuola presentava alcune caratteristiche per me davvero nuove: avevo frequentato alcuni anni prima dei corsi di disegno e pittura, belli ma con un’impostazione abbastanza classica. Lì invece le proposte che venivano fatte ampliavano enormemente le possibilità creative: venivano proposti tantissimi materiali, infinite modalità di utilizzo, di combinazione, di realizzazione.

Il laboratorio artistico era una cosa veramente nuova. I materiali, poi. Si usava di tutto: tempere, acrilici, acquerelli, gessetti colorati, terre venivano combinati con i materiali più svariati: stoffe, spaghi, plastiche, sughero, legno per realizzare i nostri lavori.

Attaccatutto, colla a caldo, vinavil servivano ad incollare sulla tavola principale oggetti di tutti i tipi, i collages rimescolavano le armonie che sembravano oramai definite. L’utilizzo di materiali poveri non era soltanto un mezzo per allargare le possibilità compositive, era anche il modo di dichiarare che nell’arte i frammenti, i materiali poveri, gli scarti propongono all’artista modi nuovi di guardare il mondo. 

Ho proposto per anni incontri di psicodramma e arte, naturalmente mi guardavo attorno.

Avevo l’impressione che il mondo anglosassone fosse in questo campo più aperto del nostro e capace di vedere le cose da più punti d vista. Lì l’arteterapia viene paraticata ed utilizzata per molti usi, dal sostegno psichico a malati gravi alla depressione, dall’anoressia al recupero di traumi di vario genere. Vengono praticati anche percorsi per la cura dell’anima. Intendo quei percorsi che hanno l’obiettivo di dare gioia alle persone mediante esperienze che donano piacere perchè lasciano all’anima la possibilità di conoscersi, esprimersi, esplorarsi. Grazie a tutto questo è possibile anche reincontrare e dialogare con i dolori del passato, blocchi aggirati ma non superati per riuscire davvero a vivere con tutta la gioia. Il visual journaling è un percorso che ho scoperto quasi per caso, sulle pagine facebook che spiavo con curiosità ma che mi ha davvero colpito: ho così deciso di partecipare a due diversi corsi on-line. Ora mi piace proporre stimoli a chi vuole tenere un proprio diario visivo.